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Marzi ClaudioServizio presso: Comando Provinciale di Bologna
AVVA Marzi Claudio
36° Corso 4° Comp. 14 Plot. Marzo/Giugno 1963
Sono nato a Bologna il 08.04.1942
Ero un bambino normale (o quasi) con una madre apprensiva ed esagerata nelle sue esternazioni nei miei confronti. Quando si andava in città (tassativamente a piedi) come scorciatoia era in uso passare da via Sabotino che ai tempi nella parte terminale che si snodava verso la chiesa della Grada in uno stradello in terra battuta, era delimitato a destra dal canale di Reno ed a sinistra dalle cucine della caserma Mameli.
Mentre transitavamo usciva dalle finestre un odore a dir poco nauseabondo è la mia cara mamma era sempre pronta nel dire……senti..!! vedrai quando farai il militare non sarai più schizzinoso come ora…!!!
Ti diranno: “ O mangi questa minestra o ti butti dalla finestra”
Il “terrorismo” in atto faceva il suo effetto……il solo pensiero di fare il militare creava in me profonda prostrazione.
Gli anni passano e sono quasi pronto per il periodo di ferma; confidando al mio carissimo amico Antonio Cesaro le mie preoccupazioni lui mi disse: scusa Claudio perché non pensi di fare come ho fatto io diversi anni fa (10° Corso) la scelta di entrare nei Vigili del Fuoco come Ausiliario?? Innanzi tutto sapresti già che la destinazione iniziale sarà Roma, ed avrai la probabilità dopo 4 mesi di tornare a Bologna.
Fu molto convincente ed un pomeriggio accompagnato dall’amico di scuola Gianni Mazzacurati mi presentai alla caserma stadio dei Vigili del fuoco e non solo feci la domanda per poter diventare AVVA ma convinsi anche il mio amico a farla. Il risultato fu che entrambi il primo giorno di Marzo del 1963 partimmo per Roma-Capannelle pieni di belle speranze.
CAPANNELLEL’impatto iniziale non fu certo cosa da poco i preliminari per avere la conferma del proseguimento del corso come Ausiliario furono la trave di equilibrio e la salita alla scala italiana. Espletate queste “formalità” con un po’ di apprensione…eccomi pronto per diventare Vigile Ausiliario a tutti gli effetti. I quattro mesi trascorsi a Capannelle furono pieni di emozioni e fortificarono in me in modo orgoglioso uno "Spirito di Corpo" che mi accompagna anche ora nonostante siano trascorsi la bellezza di 55 anni.
Lasciai la scuola di Capannelle più sicuro di me stesso e dei miei mezzi e grazie al fatto di essermi classificato quarto assoluto nel mio corso il 36mo, la destinazione di assegnazione fu Bologna…aria di casa finalmente !!!
COMANDO VVFF BOLOGNANei primi tempi ero assegnato di partenza o di ambulanza dove ero molto apprezzato per le mie capacità di convincimento quando c’era un ricovero con destinazione …via S.Isaia, 90…(manicomio). Con il trascorrere dei giorni volontariamente entrai a far parte del gruppo di cucinieri con a capo il Grande Marchi (persona di una umanità unica) che mi accolse sotto la sua ala protettrice e fu prodigo di preziosi insegnamenti.
In seguito dopo doveroso esame conseguii la patente militare e fui assegnato come autista ufficiali, alternativamente per le partenze o per la prevenzione incendi accompagnando i medesimi.
La mamma mi invitava spesso a restare a casa per pranzo o cena, ma l’invito era sempre declinato con la seguente risposta…ringrazio per l’invito ma mangio troppo bene in caserma. (Lo schizzinoso era cambiato…!!!) Prima del congedo il vicecomandante mi disse che se ero interessato nel far carriera nei Vigili come ufficiale ci avrebbe messo una buona parola, ma ormai la mia vita dopo il congedo era già tracciata e declinai la richiesta con un po’ di rammarico.
Ai primi di Luglio del 1964 mi congedavo con un bagaglio di esperienze incredibile e con la avvenuta conoscenza di persone ineguagliabili…!! il ricordo di tutto questo è ancora presente in me in modo indelebile e capita spesso che con orgoglio dica…”Io il militare l’ho fatto nei Vigili del Fuoco…!!!!”
Aneddoti
Battesimo cruento ed inaspettato
Nel trasferimento da Roma a Bologna avevo la responsabilità come capo gruppo del comportamento degli ausiliari a me assegnati.
Arrivammo a destinazione di Sabato ed avremmo dovuto presentarci il Lunedì mattina, io mi raccomandai loro di essere puntuali e ci lasciammo.
Domenica nel primo pomeriggio mia madre mi chiamò dicendo che ero cercato al telefono da un responsabile della caserma VVFF.
L’interlocutore al telefono dicendo di essere il Capitano Di turno, molto alterato mi chiedeva perché non ci eravamo ancora presentati in caserma. Le mie giuste giustificazioni non furono accettate e minacciandomi non ricordo di quali sanzioni mi obbligò a contattare gli ausiliari dei quali ero responsabile e presentarci entro un’ora in caserma.
Piccolo giro di telefonate in quanto il telefono ai tempi non era alla portata di tutti e ci ritrovammo in quattro (tra i quali Mezzofanti lottatore di greco-romana ).
Ad attenderci innanzi all’entrata della caserma in effetti c’era un capitano, un brigadiere (Faenza) ed un folto gruppo di Vigili, tra i quali stranamente l’ausiliario Simioni che io non ero riuscito a contattare, ma sul momento non mi feci domande al riguardo.
Dopo aver subito una animata scenata del capitano il quale non volle assolutamente sentire le nostre ragioni, ci fu ordinato di andare in camerata ed indossare la divisa da fatica per poi ripresentarci al suo cospetto.
Una volta ritornati fuori dalla caserma e schierati come pronti alla fucilazione, inaspettatamente dall’alto dello stadio “precipito"una cascata di acqua che ci colpi solo parzialmente, ma ahimè centro in pieno il capitano. L’ufficiale diede ordine di trovare l’autore dell’attentato e di portarlo al suo cospetto ed a noi di iniziare alcuni giri di corsa intorno al perimetro dello stadio.
Ad ogni giro il brigadiere ci riprendeva dicendo di accelerare, ma sinceramente alla fine del quarto giro io non ne potevo più, tanto che Mezzofanti mi disse: fermati io non penso che ti uccideranno…!!!! Alla fine del quarto giro il capitano ci fermo’ diede ordine di accompagnarci dentro lo Stadio così avremmo potuto godere della vista del campo sportivo. Una volta entrati ed avvicinati alla cancellata che proteggeva il campo di calcio sentimmo uno schioccare di frusta ed alcuni secondi dopo eravamo letteralmente stampati contro le inferriate investiti da getti d’acqua potentissimi.
Dopo alcuni minuti di questa sadica tortura (non ci potevo credere..!!) i getti si fermarono e ci fu ordinato di tornare in camerata e cambiarci.
All’ingresso delle camerate si udivano imprecazioni non ripetibili ed una volta entrati vedemmo il capitano che si stava spogliando e quasi piangendo diceva: come faccio io domani a giustificare all’ufficiale il danno causato alla sua divisa....povero meh…!!!
In conclusione il tutto era da ricondurre ad un grande non apprezzato scherzo ed il finto capitano altri non era che l’ausiliario Patuelli che affronto in seguito la responsabilità di quanto da noi subito.
La Vendetta 1
Nelle settimane che seguirono lo scherzo ordito ai nostri danni, cercammo di dare una spiegazione sul come avevano fatto a trovare il mio numero di telefono.
All’improvviso l’illuminazione; venni a sapere che l’ausiliario Simioni era già da tempo un nuotatore inserito nella squadra del Vigili del Fuoco e guarda caso abitava nelle vicinanze della mia abitazione.
Dunque il caro ragazzo andò in caserma a salutare e di conseguenza fu il delatore di tutti gli imput necessari per organizzare lo scherzo maledetto. Vendetta…tremenda vendetta risuonò all’unisono tra le vittime del “battesimo” della manichetta. In un tardo pomeriggio di mezza estate come sempre Simioni arrivo’ orgoglioso a bordo della Topolino C appena acquistata e dopo averla parcheggiata di fronte all’ingresso caserma se ne andò in piscina per il solito allenamento.
Veloci e furtivi io, Mezzofanti e compagnia armati di robuste corde già preparate per lo scopo, ci avvicinammo alla vettura della “Spia”.
Ad opera completata la Topolino C si ritrovò sollevata e sospesa tra due alberi all’altezza di due metri. Lascio alla vostra libera fantasia immaginare la faccia e lo stato di agitazione del nostro caro amico……la vendetta era compiuta…!!!!
La Vendetta 2
Rimaneva da “curare” il carissimo Patuelli che nel malefico scherzo impersonò la figura del capitano.
La cosa non era così facile perché il “ragazzo” era conscio di cosa covava nei nostri animi ed era abbastanza furbo nel non rilassarsi neanche per un attimo rimanendo sempre all’erta.
Ma come ben si sa, "La Vendetta" va gustata lentamente e con estrema pazienza…primo o poi l’occasione si presenterà.
Quel giorno d’inverno eravamo in piscina coperta accompagnati guarda caso dal capitano per valutare le capacità natatorie del sottoscritto per eventualmente inserirmi nella squadra VVFF.
In un momento di pausa a bordo piscina, arriva il piantone Patuelli a recapitare un messaggio all’ufficiale.
Mentre consegnava in biglietto notai che il Capitano mi fece un segno e l'occhiolino, la mia interpretazione fu quella di far volare il Patuelli completamente vestito in piscina.
Logicamente l’ufficiale nego di aver mai pensato di ordinarmi un atto del genere ma dal mio punto di vista non si era compiuta solo la mia vendetta con piena soddisfazione, ma anche la sua.
Dopo il fatto ci vestimmo in fretta ed uscimmo per rientrare in caserma, il nostro caro amico tutto impregnato di acqua calda praticamente emetteva vapori in tutta la sua persona a causa della rigida temperatura esterna, creando alla compagnia un impagabile divertimento.
Non succede mai niente a Bazzano....!!!
Un giorno di fine estate 1963 il maresciallo Galvani mi chiese se cortesemente avendo una minima esperienza di cucina, potevo andare per una decina di giorni al distaccamento di Bazzano, in quanto l’ausiliario Mauro Orsi sarebbe mancato per tale periodo usufruendo della licenza ordinaria.
Gli argomenti per convincermi erano i seguenti: Claudio non ti preoccupare a Bazzano non succede mai niente tutto quello che devi fare è un po’ di pasta ed una bistecca per te ed il permanente di turno.
La conferma di Orsi era che in otto mesi aveva effettuato due “non interventi”, quindi… tranquillo Claudio…!!! In quei dieci giorni successe di tutto…Megaincendio notturno a fienile ed intervento presso un macero, dove una povera donna si era suicidata per annegamento e dovemmo richiedere anche l’intervento del sommozzatore reperibile (Faenza), in quanto con le ancorette non la trovavamo. Nooo…!!! Claudio tranquillo…!!! Non succede mai niente a Bazzano…!!!
Gioco d'azzardo
In una calda ed assolata domenica d’estate si organizzo’ una sorta di gioco d’azzardo……!!!
Il grande nuotatore, sub, nonché esperto autista Cavallon, si mise alla guida del mezzo anfibio e lo posizionò nel rettilineo tra lo stadio è la piscina coperta.
Pose di fianco al mezzo due transenne in legno usate per contenere il pubblico durante le partite di calcio, lasciando un gioco massimo di un dito per parte. Tutto pronto gente “Fait votre jeux” fate la vostra puntata…!!!
Il Cavallon dice che in piena velocità transiterà tra le due transenne senza toccarle. La cosa a rigor di logica risulterebbe alquanto improbabile, ma le puntate anche numerose furono fatte pro o contro la riuscita dell’impresa. Udite udite…!!!
Il Cavallon in piena velocità riuscì a fare quello che affermava, incredibile ma vero.
Che sensibilità e che perizia…!!!!
By Claudio Marzi
Foto scattate da Marzi Claudio
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